A me piace un brand e a te un altro. Scelta razionale? Sembrerebbe, eppure non lo è: la scelta è emotiva. Sono le nostre emozioni a decidere se compiere quel passo in più verso l’acquisto.
Sebbene gli studiosi di marketing per decenni abbiano provato a scandagliare i processi decisionali dei consumatori attraverso analisi, ricerche di mercato, studio del prodotto e della sua funzionalità, questi hanno dovuto fare un salto avanti ed aggiungere un elemento in più: il processo irrazionale, quello appunto emotivo.
Cosa è cambiato?
Il marketing è da sempre concentrato sullo studio dei consumatori, sui loro desideri e sulla percezione che questi hanno nei confronti dei brand. Negli ultimi anni la guerra dei marchi per differenziarsi dalla moltitudine è diventata spietata con i nuovi canali di comunicazione. Il problema fondamentale rimane quello di catturare l’attenzione, farsi ricordare, diventare un modello e infine entrare nelle nostre case.
Oggi non siamo più succubi dei meri messaggi promozionali, delle promesse di qualcosa “più bianco, che più bianco non si può”. Siamo andati oltre la proposta “O così o Pomì”. Siamo pienamente consapevoli di ciò che ci aspettiamo da un brand e siamo più pretenziosi. Ed è così che abbracciamo un prodotto o un marchio non tanto perché si differenzia realmente dagli altri ma perché siamo attratti dalla sua storia, dai suoi valori, dall’attenzione che ha nei confronti di una società in piena evoluzione culturale.